FESTA IN PIAZZA GAE AULENTI

Che bella Milano… Più la esploriamo e la capiamo, e più ci piace!

Il suggestivo paesaggio di Piazza Gae Aulenti by night.
Il suggestivo paesaggio di Piazza Gae Aulenti by night.

Erano le 22 circa quando ci siamo recati in Piazza Gae Aulenti per la nostra osservazione notturna, e ci siamo rifatti gli occhi. A quest’ora è apparso chiaro quale fosse l’idea dietro il progetto Porta Nuova: la piazza si distacca dalla zona che la circonda, sia dal punto di vista architettonico che dall’atmosfera, si ha la sensazione di essere in una qualunque grande città internazionale – dalla City di Londra allo Skyline di Doha, alla West Streat di New York.

Un gruppo di giovani che si divertono in Piazza.
Un gruppo di giovani che si divertono in Piazza.

Detto questo, però, Piazza Gae Aulenti non offre niente di notte; ecco, quindi, che viene sfruttata da qualche “giovane” per fare bravate notturne quali sbronzarsi, quasi a ricreare lo stile di vita caratteristico delle Colonne di San Lorenzo – in scala molto minore. Infatti, nonostante la quantità di gente sia più o meno uguale al giorno, l’età media si abbassa.

I bizzarri turisti asiatici accompagnati dal loro fotografo.
I bizzarri turisti asiatici accompagnati dal loro fotografo.

Ciò che ci è parso particolare è la sensazione che i frequentatori della zona non vadano lì con lo scopo di fare qualcosa (come mangiare, bere o fare compere), bensì solo per osservare il paesaggio: il centro del commercio si trasforma in attrazione turistica (ci siamo imbattuti in bizzarri personaggi asiatici che hanno fatto selfie in ogni angolo della piazza). Questo forse anche per la suggestività creata dai fari, dalla fontana luminosa e dai giochi d’acqua.

In conclusione, Piazza Gae Aulenti si differenzia tanto dalle altre zone di Porta Nuova: è un segno evidente di modernizzazione e globalizzazione della città di Milano. Una nuova frontiera.
Allo stesso tempo sembra un upgrade della zona industriale che occupava lo stesso territorio in precedenza: la periferia industriale diventa centro degli affari.

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IL MIO NOME È AULENTI, GAE AULENTI

Ri-ciao milanesi imbruttiti e popolo di internet!

La strada che porta in Pazza Gae Aulenti.
La strada che porta in Pazza Gae Aulenti.

Questa volta vi racconto di Piazza Gae Aulenti. Abbiamo iniziato l’osservazione sempre intorno alle 11 del mattino: con Corso Como alle spalle, ecco ergersi davanti a noi il maestoso palazzo UniCredit. Nel tratto di strada che porta alla piazza, mediamente trafficato da pedoni, ci accompagnavano pochi negozi di marche esclusive (tra cui non passa certo inosservato quello di Louboutin Uomo :Q__).

Le "trombette".
Le “trombette”.

Poi, oltrepassato il cerchio di trombette che collegano i diversi piani della piazza, eccola: Gae Aulenti. Uno spettacolo di modernità e re-invenzione. Tutto si sviluppa attorno alla piazza, il cui cuore è una fontana futuristica… chi, per sua sfortuna, dovesse finirci dentro si sentirebbe Gesù (il livello dell’acqua è rasoterra).

Anche qui ci sono negozi, ma di marche più commerciali; inoltre, si trovano un piccolo ristorante all’interno della Feltrinelli, e un chiosco. I piani superiori, invece, sono uffici e c’è anche una palestra. È presente persino un’Esselunga, comoda per chi è di passaggio e per chi lavora tutto il giorno.

Piazza Gae Aulenti.
La fontana di Piazza Gae Aulenti.

La zona a quest’ora, infatti, è frequentata principalmente da uomini e donne in giacca e cravatta, un po’ alla James Bond: sono quasi tutti lavoratori in pausa pranzo o in riunione che, tra una sigaretta e l’altra, parlano con i loro colleghi in termini tecnici e spesso in inglese. Lo uno spettro demografico va dai 30 ai 60 anni (con qualche eccezione). La nostra sensazione è che il tipo di persone e l’atmosfera cambino radicalmente rispetto a quelle che popolano la stazione di Garibaldi, Corso Garibaldi e Como, per il diverso contesto che attrae undiverso ceto sociale

È da sottolineare che c’è movimento, non è un’area statica. Questo anche per il posizionamento strategico di fronte alla stazione di Porta Garibaldi. Allo sesso tempo, non è frequentatissima e non è ancora un quartiere popolare.

Piazza Gae Aulenti.
Piazza Gae Aulenti.

 

UNA CORSA LUNGO CORSO COMO

Di nuovo ciao.

Questa sera vi riportiamo tra i ristoranti e le discoteche di Corso Como
La sera il quartiere cambia faccia: si anima di gente amante della movida milanese. I bar e i ristoranti si trasformano in locali perfetti in cui godersi un aperitivo e caricarsi per la serata che proseguirà.

Corso como popolata da giovani ragazzi che aspettano di entrare nelle discoteche.
Corso como popolata da giovani ragazzi che aspettano di entrare nelle discoteche.

Corso Como è il luogo ideale per chi ama la vita notturna, pieno di locali e discoteche in cui proseguire il divertimento fino alle prime luci del mattino.

Come di giorno, è una zona prettamente frequentata da persone abbienti (o che desiderano apparire tali) , quasi esclusivamente vestite come la moda del momento comanda. Anche il costo dell’entrata in discoteca è più elevato rispetto ad alcune discoteche di provincia o comunque più economiche. E come di giorno, il tempo sembra traslato: alle 10 si inizia a fare aperitivo!

Una delle caratteristiche che fa apparire corso Como una delle zone più frequentate è il fatto che i ragazzi si ritrovino in gruppo a bere e scambiare quattro chiacchiere all’esterno dei locali (molto piccoli e poco spaziosi).

La via, nonostante sia molto corta, è più frequentata rispetto a Corso Garibaldi. C’è continuo movimento: gente che arriva e gente che se ne va. La maggior parte dei negozi sono aperti, soprattutto i ristoranti con i loro adescatori di clienti appollaiati alle entrate.

Insieme al numero di persone, aumenta il numero di mendicanti e di venditori ambulanti.

Sulla sinistra un "adescatore" che cerca di attirare vittime innocenti nel locale.  Sulla destra un venditore abulante.
Sulla sinistra un “adescatore” che cerca di attirare vittime innocenti nel locale.
Sulla destra un venditore abulante.

LO STRANO (PER)CORSO…COMO!

Buongiorno a tutti!

Un negozio.
Un negozio.

Nonostante sia la tarda mattinata di un martedì piovoso,lo sfarzo e l’ostentazione presenti in corso Como non passano inosservati. La vita in questa zona sembra traslata di ore. Fattorini che scaricano alle 10.30, negozi che aprono alle 11. A primo impatto sembra una zona prettamente commerciale, caratterizzata dalla presenza di molti bar e ristoranti.

Uno dei diversi camioncini che scaricavano materiale .
Uno dei diversi camioncini che scaricavano materiale .

La gente è poca, probabilmente per via dell’orario lavorativo, ma si possono tranquillamente notare auto e motocicli che denotano un tenore di vita elevato della gente che frequenta il luogo.
Verso le 13.30 il corso si anima di persone che, sedute ai tavolini che riempiono la strada, si godono una meritata (a volte fugace) pausa pranzo.
In questa zona è una certezza imbattersi in qualche personaggio dello showbisness, intento ad osservare le vetrine di prestigiose boutique o a concedersi un momento di svago e relax dopo un allenamento in Virgin, frequentata da moltissimi vip. Infatti, lo stile di vita tipico di Corso Como e il processo di gentrificazione sono identificabili anche grazie alla presenza della VirginActive: palestra esclusiva frequentata da personaggi famosi, con una zona dedicata al benessere e all’estetica. Nonostante VirginActive sia una catena, quella di questa via ha costi più elevati delle altre!

L'interno di una corte in Corso Como. La foto non rende, ma dal vivo la bellezza della facciata era in netto contrasto con questo cortile decadente.
L’interno di una corte in Corso Como. La foto non rende, ma dal vivo la bellezza della facciata era in netto contrasto con questo cortile decadente.

Una cosa che ci ha colpiti, è che osservando le facciate esterne dei palazzi di Corso Como ci si aspetta un stile di vita di un certo livello, completamente opposto allo stato dell’interno degli edifici. Questo crea la sensazione che la bellezza e la sofisticatezza della zona sia solo apparente, come se contasse di più la zona in cui si vive che la qualità reale.

GARIBALDI CHE COMANDA

E rieccoci a canticchiare la canzone di Garibaldi! Questa volta però abbiamo intonato un’altra parte perché Corso Garibaldi di sera è una delle zone che più comandano la movida milanese.

Purtroppo, abbiamo scelto uno dei tanti venerdì di sciopero, quindi la nostra osservazione è stata influenzata da questo.

Corso Garibaldi è più popolato la sera rispetto al mattino.
Corso Garibaldi è più popolato la sera rispetto al mattino.

Possiamo comunque dire che il numero di persone aumenta visibilmente. La media dell’età si abbassa rispetto alla mattina, ora si va dai 35 ai 50 anni circa, con coppie adulte e famiglie che nonostante la vita di coppia non rinunciano alla vita notturna.

Anche di sera nel tratto finale, Corso Garibaldi ha un'età media inferiore e un maggior numero di frequentatori.
Anche di sera nel tratto finale, Corso Garibaldi ha un’età media inferiore e un maggior numero di frequentatori.

Anche la sera, come di giorno, più ci si avvicina a Corso Como e più la vita aumenta. E come succede a Brera, compaiono diversi venditori ambulanti con articoli bizzarri e talvolta inutili. Ci siamo addirittura imbattuti in Andrea Pucci (un comico di Colorado, per chi non lo conoscesse).

Inoltre, riprendendo quanto accennato nel post precedente riguardo ai negozi, nonostante ci troviamo in un’epoca in cui i piccoli brand sono spesso soppressi dai grandi nomi dell’industria moderna, in Corso Garibaldi è evidente la voglia di continuare a essere un punto di riferimento della zona. Un esempio che ci è capitato di vedere è un temporary shop della Lindt accanto a una cioccolateria artigianale (prestigiosa ma di nicchia) che difendeva la propria causa esponendo frasi ironiche quali “la qualità non è temporary” (a mio parere geniale!).

Il temporary shop Lindt affianco a Guido Gobino.
Il temporary shop Lindt affianco a Guido Gobino.
La risposta di Gobino alla Lindt.
La risposta di Gobino alla Lindt.

Nell’ultimo tragitto è d’impatto la presenza di Eataly e delle colonne di Porta Nuova, in netta contrapposizione tra loro. La vita tradizionale di Milano visibile per tutto il Corso si fonde ufficialmente con l’avanguardia e la novità di Piazza Gae Aulenti e dintorni, quasi a simboleggiare l’armonia tra passato e futuro che Porta Nuova vuole significare. Un chiaro segno di gentrificazione.

GARIBALDI FU FERITO

Eccoci di nuovo qua 🙂

Corso Garibaldi, quasi deserto di mattina.
Corso Garibaldi, quasi deserto di mattina.

Finito con Brera, abbiamo continuato il nostro cammino verso Piazza Gae Aulenti, passando per Corso Garibaldi.
Conoscerete tutti la canzone che faceva “Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una gamba” (il resto lo sapete… e non negate di averla canticchiata in testa mentre leggevate): questa frase, secondo noi, descrive bene la situazione diurna di Corso Garibaldi.

La strada, infatti, ci ha lasciati un po’ perplessi questa mattina: il Corso è quasi deserto, popolato principalmente da signori anziani con badanti e mamme che fanno compere.

La maggior parte della gente lungo il Corso sono anziani.
La maggior parte della gente lungo il Corso sono anziani.

La situazione cambia verso il tratto finale della via, appena prima di Corso Como: il numero di persone aumenta e l’età media si abbassa grazie alla presenza occasionale di giovani (ma probabilmente perché questo tratto è una zona di passaggio – c’è la fermata Moscova della M2 e si trova a ridosso di un grande incrocio).

Nell'ultimo tratto di Corso Garibaldi si trovano più ragazzi.
Nell’ultimo tratto di Corso Garibaldi si trovano più ragazzi.

Detto questo, in Corso Garibaldi si notano soprattutto osterie e negozi storici indipendenti e di nicchia, in contrapposizione ai frequenti ristoranti eleganti e ai negozi mainstream.

Dal punto di vista architettonico il paesaggio è molto variegato, con segni di periodi storici differenti e adattamento sociale. Più ci si avvicina a Corso Como, infatti, più i palazzi ottocenteschi lasciano spazio a edifici del dopoguerra e iniziano a fare capolino palazzi di vetro.

Diversi stili architettonici di Corso Garibaldi.
Diversi stili architettonici di Corso Garibaldi.

A questo punto, abbiamo deciso di posticipare l’osservazione di Corso Como e Piazza Gae Aulenti, e ci siamo spostati verso le strade secondarie che sboccano su Corso Garibaldi.
Facendo una svolta di qua e un’altra di là, ci siamo ritrovati ai Bastioni di Porta Volta.

Un negozietto e un parco in una via secondaria che incrocia Corso Garibaldi.
Un negozietto e un parco in una via secondaria che incrocia Corso Garibaldi.

Ciò che abbiamo notato è che una volta abbandonata la via principale, adornata di negozi costosi e all’ultimo grido, ci si ritrova in strade silenziose tempestate di negozietti trascurati e indipendenti che danno l’impressione di essere stati catapultati in un paesino di periferia o di provincia. Una realtà inaspettata!

E LA LUNA BUSSÒ ALLE PORTE DI BRERA

Ciao 🙂

È giunta mezzanotte, si spengono i rumori, si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè… così cantava Modugno nel lontano 1955, e sicuramente non parlava della zona di Brera!

Brera by night.
Brera by night.

Come l’altro giorno, abbiamo passeggiato per il quartiere, ma questa volta intorno alle 19, notando che la situazione notturna non è poi tanto diversa da quella diurna: le strade sono mediamente frequentate da una popolazione varia – giovani e adulti percorrono le vie ciottolate ma anche quelle principali, altri si gustano un buon aperitivo nei barettini o nei ristorantini che abbondano nell’area. Piazza San Marco è una delizia alla vista: illuminata da vecchie insegne e abitata dai tavolini di un ristorante, costeggiata da una piccola stradina che nonostante le dimensioni è molto trafficata.

Camminando, salta all’occhio la presenza di venditori ambulanti – uno con insistenza ci ha quasi regalato una rosa! Durante il giorno era molto più raro incontrarli.

imagePer concludere, crediamo che il quartiere di Brera sia molto legato e influenzato dal passato. Allo stesso tempo è una zona giovane molto hipster, una boccata d’aria fresca! Il processo di gentrificazione è abbastanza visibile, sia per quanto riguarda la trasformazione architettonica (un caso clamoroso è via ___, che da un lato ha palazzi del XVI secolo, mentre dall’altro è costeggiato da abitazioni vetrate del XX secolo), ma anche dal punto di vista dei prezzi (un caffè costa 3 euro in alcuni bar!) e la differenza giorno/notte non è poi così marcata.

UNA PASSEGGIATA A BRERA

Ciao a tutti!
Oggi abbiamo fatto la nostra prima osservazione esplorando le vie della zona di Brera.

Piccolo Teatro
Il Piccolo Teatro.

Siamo partiti verso le 10 di mattina dalla fermata di Lanza e abbiamo subito iniziato a guardarci intorno: il Piccolo Teatro Strehler si ergeva imponente davanti ai nostri occhi, precedendo via Foro Bonaparte, trafficata da tram e automobili – da subito è evidente la convivenza di diversi modelli architettonici e tecnologici e la volontà milanese di modernizzarsi mantenendo le proprie tradizioni.

Scorcio di una via di Brera.
Scorcio di una via di Brera.

Abbiamo proseguito in direzione Accademia delle Belle Arti, e ciò che ci è saltato agli occhi percorrendo le vie ciottolate sono stati tutti i negozietti che le affiancavano: diversi bar frequentati da studenti ma anche da adulti e una serie di boutique che spaziavano da negozi di alimentari un po’ trasandati (che avevano l’aria di trovarsi lì da decenni), a vetrine adornate da vestiti e accessori di brand sconosciuti e indipendenti, a negozi stile mercatino dove i prodotti clue erano cianfrusaglie (braccialetti, collane, orecchini, prodotti artigianali e così via).

Il tutto era contornato da un’atmosfera molto particolare: sembrava di essere in un paesino di provincia, o addirittura in alcuni tratti a Parigi – o per lo meno la mia idea di Parigi dato che non ci sono mai stato 😛

MILANO E L’ACQUA: il territorio e le sue trasformazioni fino dopo XVI secolo

Porta Nuova, insieme a Porta Comasina, Porta Orientale, Porta Romana, Porta Ticinese e Porta Vercellina, era una delle sei porte principali di Milano.

Ubicata all’interno dei Bastioni, era posta a nord della città e si apriva lungo la strada per la Brianza.

La Porta originale risale al XVI secolo e fu costruita sotto la dominazione Spagnola; fu poi demolita in epoca napoleonica per conferirle una funzione daziaria e ornamentale.

Porta Nuova, Milano.
Piazzale Principessa Clotilde, Porta Nuova, Milano.

La porta presente oggi in piazzale Principessa Clotilde, nella stessa collocazione della precedente porta spagnola, venne costruita tra il 1810 e il 1813 su progetto dell’architetto Giuseppe Zanoia.

Porta Nuova, data la presenza del Tombone di San Marco, era fondamentale per il commercio fluviale della città: l’intero quartiere viveva grazie alle attività mercantili. A ridosso del porto erano presenti numerosi edifici di scambio e stoccaggio delle merci. Poco al di fuori, tra le vie del quartiere si sparpagliavano innumerevoli botteghe artigiane, fiorenti grazie alla vicinanza al Bacino. Per agevolare lo sviluppo commerciale del quartiere si avviò un processo di riqualificazione strutturale: i cortili e i pian terreni furono adibiti a negozi e botteghe, dando una nuova configurazione agli edifici esistenti.

Il Tombone di San Marco prima che venisse coperto, e oggi.
Il Tombone di San Marco prima che venisse coperto, e oggi.

Nel corso del Seicento Milano divenne la città con il porto fluviale più grande d’Europa; l’utilizzo dei canali si protrasse fino ai primi decenni del Novecento, quando il 3 marzo 1928 il Ministero dei Lavori Pubblici concesse il permesso di copertura della “fossa interna”, ossia del tratto di naviglio da Piazza San Marco fino a Porta Genova. La decisione fu necessaria non solo per motivi di viabilità, dato l’avvento delle automobili, ma anche per necessità igieniche, dato che gli edifici adiacenti ai canali scaricavano abusivamente nei corsi d’acqua anziché nella reta fognaria.

In particolare il naviglio e il Tombone di San Marco rimasero aperti sino al 1930 circa, per poi diventare le odierne Via e Piazza San Marco.

Con la chiusura dei Navigli il quartiere di Porta Nuova cambiò volto e da zona industriale si trasformò in luogo di cultura.

In particolare Brera, già nato con una specializzazione culturale, data la fondazione dell’Accademia nel 1776 ad opera di Maria Teresa d’Austria, divenne col tempo un quartiere bohémien per eccellenza, sede della più vivida espressività artistica della città.

Col tempo però l’arte dovette cedere il posto alla progressiva costruzione della città pubblica borghese, in particolare, lungo l’asse Solferino – Statuto: l’Università Bocconi fu demolita per ampliare gli uffici comunali, il Corriere della Sera costruì una nuova sede e furono create residenze per ceti medio–alti.

Questa fu la scintilla da cui partì il processo di gentrificazione che si estese in tutto il quartiere fino ai giorni d’oggi, interessando di volta in volta una zona nuova: ultima l’area di Garibaldi.

Inizialmente nata come secondo principale snodo ferroviario della città, nel tempo ha interpretato diversi ruoli: da polo industriale, a polo artistico e infine a polo dirigenziale, grazie al progetto Porta Nuova.

Porta Garibaldi oggi e sullo sfondo i palazzi di Piazza Gae Aulenti: l'attuale zona di Porta Nuova.
Porta Garibaldi oggi e sullo sfondo i palazzi di Piazza Gae Aulenti: l’attuale zona di Porta Nuova.

PASSEGGIANO PER LE VIE DI PORTA NUOVA…

In questa sezione del blog pubblicheremo testimonianze sulla vita di Porta Nuova.

Io (Matteo), Valentina e Margherita, muniti di fotocamera e taccuino, ci aggireremo per i quartieri di Porta Nuova – Brera, Corso Garibaldi, Corso Como e Piazza Gae Aulenti, e annoteremo tutto ciò che più ci colpisce ed ogni segno della gentrificazione avvenuta nella zona.

Il nostro studio vuole comparare anche la vita diurna e quella notturna, per capire meglio quale sia l’anima di Porta Nuova, area che via via sta evolvendo ed elevando il suo ruolo, “cristallizzandosi” a rappresentare la modernità.

Abbiamo incentrato le osservazioni sulle vie principali, quelle più conosciute e frequentate, proprio perché è lì che secondo noi l’effetto della gentrificazione è più visibile. Anche se, qualche vietta nascosta l’abbiamo esplorata, scoprendo delle piacevoli sorprese.

Passeggiate lungo queste vie e siate testimoni della nuova Milano con noi!